Dott.ssa Emanuela De Gregorio

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Approccio e Metodo

"Tutti gli altri metodi implicano che l'individuo maturerà, cambierà e sarà in grado di prendere decisioni più sagge dopo la seduta, mentre in questa nuova tecnica è il contatto terapeutico in se stesso che costituisce un'esperienza di maturazione. L'individuo impara a capirsi, a compiere autonomamente delle scelte importanti, ad avere un rapporto valido con un'altra persona in maniera più adulta" (Carl Rogers)

Gli interventi educativi e le proposte pedagogiche promosse da Relief Point traggono ispirazione dal pensiero di Carl Rogers.

L'Approccio educativo Rogersiano si fonda sulla metodologia centrata sulla persona. Ciò che conta non è il problema ma l'Essere Umano portatore non solo di un problema ma anche della Soluzione. Gli individui sono in grado di scegliere in maniera consapevole e hanno già in se stessi le risposte alle loro domande. Lo scopo di tale approccio “non è la prevenzione e il controllo del comportamento umano, ma la liberazione della persona e delle sue potenzialità.

I concetti fondamentali di tale psicologia, dagli scopi squisitamente pratici, sono quelli di crescita umana e di potenziale umano. Tali concetti implicano che le persone possono crescere, migliorare e cambiare lavorando su di sé.
Tale orientamento psicologico può essere coniugato a molteplici metodi tra cui il Metodo Gordon e l'Educazione socio-affettiva.




L’Educazione Socio-Affettiva
ACCOGLIERE – ASCOLTARE – CERCARE DI CAPIRE I BISOGNI DELL'ALTRO.

L'educazione Socio-Affettiva è una metodologia elaborata, sperimentata e verificata negli anni ottanta in Italia, integrando esperienze già in atto in altri paesi e adattandole alla nostra realtà. Per la sua essenza innovativa ha contribuito a creare la Cultura della Relazione e della Comunicazione Efficace in ambito scolastico e non solo. Nell'educazione socio-affettiva "Star -Bene " è inteso come star bene con sè e con gli altri nel pieno rispetto della propria persona che già rappresenta un valore e della collettività in cui si realizza la progettualità, l'operatività, la vita dell'individuo. E' uno star bene che deriva dalla consapevolezza delle proprie risorse, dalla capacità di affrontare le difficoltà, dalla competenza di riconoscere, analizzare, e risolvere nel modo più soddisfacente i problemi e di saper prendere decisioni.



Perchè è importante l'Educazione Socio-Affettiva?

L’educazione Socio-Affettiva è importante perché sviluppa quel tipo di intelligenza che Goleman chiama “Emotiva” e Gardner “Personale” distinguendola in intrapersonale ed interpersonale: l’una rivolta a prendere contatto con se stessi, con i propri vissuti ed emozioni; l’altra finalizzata a prendere contatto con gli altri, con le loro emozioni e vissuti, a condividere esperienze, a sostenere nelle difficoltà, a collaborare e partecipare. “Anche un genio, se difetta di umanità resterà sempre un individuo a metà”.



Chi conduce i Laboratori di Educazione Socio-Affettiva?

I laboratori di Educazione socio-affettiva realizzati da Relief Point vengono condotti personalmente dalla dott.ssa Emanuela De Gregorio che può avvalersi occasionalmente di collaboratori. Tutti i Conduttori diversamente chiamati “Facilitatori” sono laureati in ambito psico-pedagogico e in possesso di certificato T.E.T (Teacher Effectiveness Training - Gordon Training International) rilasciato dall'IACP* (Istituto dell'Approccio Centrato sulla Persona).

*IACP fondato da Carl Rogers, Charles Devonshire, Alberto Zucconi.
È riconosciuto dal Ministero dell'Università e della Ricerca Scientifica e tecnologica ai sensi della legge 56/89 art. 3 con D.M 31-12-93.
È accreditato dal Ministero dell'Istruzione, dell'Università e della Ricerca per la formazione del personale della scuola con D.M. n. 177/2000.



Il Facilitatore dei Laboratori di educazione Socio-affettiva è paragonabile ad uno psicoterapeuta?

NO. Il facilitatore non svolge attività clinica né psicoterapeutica. I conduttori hanno una formazione che attiene alle scienze umane e grazie ad una specializzazione tramite il “Gordon Training International” si approcciano agli individui non come se fossero “pazienti” ma come “soggetti alla pari”. Il facilitatore non pone l’attenzione sul “sintomo” ma sul “nucleo positivo”, presente in ogni individuo, che spesso deve essere scoperto e sviluppato. Si lavora con la “normalità” incrementando la qualità della vita. Durante i Laboratori il facilitatore è pronto ad accogliere il “disagio” che eventualmente può emergere durante il percorso ma non si fissa su di esso. L’ottica è quella della PROMOZIONE che favorisce le risorse sane e positive sempre presenti in ciascuna persona. L’obiettivo del Facilitatore è di creare un clima facilitante che consenta ad ogni bambino (persona) di liberare le ricchezze del proprio essere aumentando così l'Empowerment, l’autostima e l’empatia. L’emergere delle emozioni, il loro riconoscimento, la loro verbalizzazione tramite attività strutturate ma di per sé semplici, e per questo adatte anche ai più piccoli, consente ai partecipanti di manifestarsi autenticamente riscoprendo il proprio valore e quello degli altri, crescendo. Reprimere il proprio nucleo essenziale può essere molto dannoso e pericoloso.


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